La cultura è un eccezionale driver di sviluppo economico e, nel contempo, una rilevante piattaforma di coesione sociale. Gli indicatori e gli studi a questo proposito sono numerosi ma, il contributo della cultura all‟economia e allo sviluppo è ormai accertato. Come riportato nel
manifesto 2015 di ECBN European Creative Business Network, le ICC hanno costantemente partecipato, negli ultimi anni, alla competitività dell‟economia europea più di qualsiasi altro comparto di attività, generando €558 miliardi di valore aggiunto (4,4% del PIL totale dell’UE) per il quale impiegano 8,3 milioni lavoratori a tempo pieno (3,8% della forza lavoro totale di UE). Sul fronte dell‟occupazione, inoltre, recenti ricerche europee hanno calcolato che il patrimonio culturale è in grado di generare 26,7 posti di lavoro indiretti per ogni occupato diretto nel settore.
Per questo l‟Europa, nel quadro della Strategia UE 2020, ha sviluppato una serie di strumenti e programmi finalizzati a favorire un approccio integrato al patrimonio culturale, nuovi modelli di governance partecipativa della cultura e lo sviluppo delle industrie creative. Si tratta di temi che, sin dalla prima edizione, sono stati al centro delle riflessioni di Ravello Lab – Colloqui Internazionali, promosso dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e da Federculture. La più recente risoluzione del Parlamento Europeo „Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l’Europa‟ e la Convenzione di Faro sulla partecipazione dei cittadini alla cultura, rafforzano l‟ispirazione che ha costantemente guidato i lavori di Ravello Lab e che, nel corso degli ultimi anni, ha conseguito significativi e concreti risultati.
L‟originale formula dei Colloqui di Ravello ha, infatti, esteso la consapevolezza sulle tematiche critiche dello sviluppo a base culturale e ha prodotto innovative misure promosse dal Mibact, come ad esempio, il programma delle Capitali italiane della cultura, già pienamente operativo, e il Fondo Progettualità Culturale, entrambi frutto dell‟intuizione e dell‟elaborazione di Ravello Lab. Peraltro il Fondo è, dall‟8 giugno scorso, un bando del Mibact che finanzia interventi di “progettazione integrata a scala territoriale/locale per la valorizzazione culturale” delle Regioni del Mezzogiorno.
Anche alla luce di questo importante risultato, l’undicesima edizione di Ravello Lab, in programma dal 20 al 22 ottobre 2016, continuerà a lavorare sulla governance partecipata, sulla progettazione integrata, sui modelli di gestione, sulla partnership pubblico/privato che, anche attraverso l‟uso delle nuove tecnologie, mettano al centro della riflessione le risorse culturali e le industrie culturali. Si tratta di tematiche in linea anche con le riflessioni portate avanti dal Mibact e dall‟Associazione italiana dei Siti Unesco che riguardano la gestione delle eccellenze culturali del nostro Paese. In particolare, d‟intesa con il Ministero e la Regione Campania, Ravello Lab approfondirà il tema dei Piani di gestione richiesti per l‟iscrizione alla
Lista del Patrimonio Mondiale quale buona pratica e protocollo „universale‟ di sviluppo locale a base culturale. In questa cornice, al fine di esaminare le principali criticità e di valorizzare le potenzialità, saranno presentati casi di rilievo, a partire da quelli della Campania. La Regione è infatti impegnata a sviluppare una specifica politica di sostegno e di sviluppo alla progettazione dei 6 siti Unesco ricadenti nel territorio di propria competenza.
L‟approccio integrato trova conferma anche nelle metodologie sviluppate dall‟OECD (Organizzazione di Cooperazione e di Sviluppo economico), che attraverso il programma LEED (Local Economic and Employment Development) è partner dei Colloqui di Ravello già dal 2015. Per la prossima edizione l‟OCDE-LEED è già formalmente impegnata a rafforzare la collaborazione con il Centro di Ravello e Federculture e a definire temi puntuali, per esaltare la
dimensione internazionale di Ravello Lab.