Da Villa Rufolo partita la lotta agli operatori abusivi del turismo: “Difendiamo il lavoro e la qualità della nostra offerta culturale”

Si è tenuto stamane l’annuale incontro promosso dalla Direzione di Villa Rufolo con gli operatori del settore turistico. Ad aprire i lavori i saluti del Segretario Generale, Ermanno Guerra,che haringraziato i presenti ed ha ribadito l’impegno della Fondazione Ravello, anche a nome del neo Commissario Mauro Felicori, nella direzione della formazione e della collaborazione con tutti i professionisti del settore. Al centro del confronto, al quale ha partecipato una folta rappresentanza di guide turistiche autorizzate della Regione Campania, i risultati dei recenti studi e ricerche condotti in collaborazione con l’Università di Salerno che sono confluiti in un volume di prossima pubblicazione dal titolo ‘Villa Rufolo. Una scoperta che dura da mille anni’ che riscrive, tra l’altro, la storia della balnea che fino ad oggi era considerata parte integrante del complesso monumentale, ma che di fatto era parte di un’altra consistenza e acquisita da Nevile Reid e annessa a Villa Rufolo nel 1859.

Snocciolati anche i dati sulle presenze fatte registrare da Villa Rufolo nel 2018: 261.042 visitatori paganti per un incasso di circa 1 milione e 700 mila euro. Il dato, ormai consolidato e che ha maggiormente colpito l’uditorio, è quello relativo alla percentuale dei visitatori in gruppi, 43.470 persone, che rappresentano solo il 16% del totale, confermando che il visitatore tipo del monumento simbolo della Città della Musica è un turista straniero che si muove in autonomia. “Informazione, formazione e qualità. Saranno questi i capisaldi che perseguiremo nel 2019 in ossequio a quel principio di responsabilità sociale di impresa caro a Nevile Reid e che stiamo praticando in tutte le nostre iniziative – ha detto il direttore di Villa Rufolo, Secondo Amalfitano Per far ciò, condivisione e collaborazione totale con gli operatori abilitati e lotta a tutti gli abusivi che ancora proliferano a Ravello e in tutta la Costiera Amalfitana, per difendere il lavoro e la qualità della nostra offerta culturale. In questa direzione chiederemo il supporto e l’aiuto anche delle Forze di Polizia per tentare di arginare una piaga che nuoce fortemente all’immagine della Costa d’Amalfi, prima ancora che a quella di Villa Rufolo”.