Il Giardino, come lo vediamo oggi, è uno dei simboli più efficaci del romanticismo ottocentesco che Nevile Reid seppe interpretare a Ravello, avviando una vera e propria scuola, arrivata ai giorni nostri attraverso le mani sapienti dei discendenti del gruppo originario dei giardinieri del nobile scozzese.
La parte circostante il Pozzo, ricca di rovine, piante esotiche, pini e cipressi, è quella che conquistò Richard Wagner che ritrovò materializzato quel “magico giardino incantato di Klingsor”, che fino ad allora aveva solo immaginato nelle sue visioni fantastiche.
Il giardino di Villa Rufolo, conosciuto anche con il nome di ‘Giardino dell’Anima’, si sviluppa su due livelli. Si può tranquillamente affermare che la sua storia è la storia di Sir Francis Nevile Reid: Allorquando il nobile scozzese acquistò Villa Rufolo – 1851 – le rovine, di quello che fu uno dei palazzi più grandi e sfarzosi della Costiera Amalfitana, occupavano gli spazi ora fioriti e ospitanti piante rare ed esotiche. La mano destra di Reid disegna i giardini di Villa Rufolo e decreta la nascita del mito, la mano sinistra, abilmente guidata da Michele Ruggiero, copre di terreno vegetale e piante i resti dello sfarzo medioevale, mettendoli al riparo da ulteriore degrado e danneggiamenti.
Nel XX secolo, il giardino così come concepito da Reid, subisce diversi mutamenti per eventi antropici non sempre all’altezza dell’importanza e unicità del luogo. La costruzione della strada provinciale nel 1951 con la realizzazione della galleria, segna la trasformazione della piazza, allora Vescovado oggi Duomo, da piazza di arrivo in piazza di transito veicolare, ma soprattutto sventra la parte più alta dei giardini e altera profondamente lo spazio antistante l’ingresso e tutta l’area a nord-est confinante con la Villa Episcopio. Anche il passaggio da un sistema autoctono e autonomo di produzione di essenze floreali per alimentare i giardini, ad un sistema di semplice acquisto di essenze, ha determinato la perdita di pezzi di identità e unicità dell’originario ‘Giardino di Klingsor’.
Curiosità
Nel pieno cuore del Giardino di Klingsor, sia pure in posizione defilata, Reid realizzò la tomba per il suo fedele cane, mimetizzandola perfettamente, tanto che solo per caso, nel febbraio 2014, se ne scoprì l’esistenza. Un’opera che è un’ulteriore fotografia di un personaggio da studiare ancora molto e soprattutto da ringraziare tanto. Il giardino con altre parti della Villa è stato set cinematografico di numerosi film. Fra i più noti: “La Principessa Sissi” (1955); una novella del Decameron di Pasolini (1971) e “A Good Woman” con Helen Hunt (2004).