Tra la Torre Maggiore e la ‘Sala dei Cavalieri’, si innesta il pozzo. Palme e cedri, felci e pergolati di rose generano luci ed ombre piene di colore in grado di sublimare quello scenario fortemente suggestivo mentre ornati lapidei e fontane diventavano custodi di scorci mozzafiato.
Di fattura settecentesca, la struttura si trova al centro di un angolo che sembra essere ammantato di magia. Questo luogo ispirò Richard Wagner che qui trova materializzato la scenografia del II atto del suo ‘Parsifal’. Tra intrighi d’ombra e forme offerte dalla luce, il maestro ebbe innanzi agli occhi il palazzo incantato di Klingsor, la torre merlata che affonda improvvisamente, il magico giardino dove, tra fiori e colori d’oriente, le belle fanciulle-fiore, ‘spiriti odorosi’, cercano di sedurre il ‘puro-folle’, il bacio di Kundry, sospesa tra bene e male, apre l’animo di Parsifal allo strazio della colpa, il pathos del momento culminante si scioglie in un deserto scenico ed interiore.
“Klingsors Zaubergarten ist gefunden” – “Il Magico Giardino di Klingsor è trovato” – 26 maggio 1880, il celebre autografo di Richard Wagner, lasciato nell’albo della Pensione Palumbo, a perenne ricordo di quel giorno memorabile.
Curiosità
Dopo una breve visita ad Amalfi, Wagner era giunto a Ravello a dorso di mulo in compagnia della moglie Cosima e del pittore Paul von Joukowsky, conosciuto qualche mese prima nella Villa d’Angri a Napoli. Alla mano di von Joukowsky si devono i bozzetti per le scene del II atto del Parsifal, ma è alla magia del ritrovamento da parte di Wagner del Giardino incantato di Klingsor realizzato da Reid, che si deve la fortuna moderna di Ravello che, da quel momento, è diventata “Città della Musica”.