LA TORRE MAGGIORE

La Torre Maggiore, donjon, è alta trenta metri e suddivisa in tre piani e può essere riconosciuta come una delle parti più antiche del complesso, testimonianza, con la sua altezza, della potenza sociale, economica e politica dei Rufolo. Da essa è possibile spaziare con la vista dalla montagna al mare. Al secondo piano si aprono, slanciate ed eleganti, due bifore sorrette da due colonnine per ciascun lato; quasi sulla sommità sono presente tre grandi occhioni incorniciati da pietre di tufo grigio. Sulla muratura esterna della torre, precisamente sulla parete rivolta verso la ‘Sala dei Cavalieri’, si notano tracce di una volta e di una scala, forse accesso esterno, dall’estradosso delle volte crollate, alla parte alta della struttura. Fino al 2014 era possibile raggiungere le volte di copertura della torre solo attraverso una scala in legno (scalandrone), molto ripida e pericolosa, oggi sostituita dalla nuova struttura in acciaio e vetro ispirata alle illusioni ottiche delle geometrie impossibili di Mauritius Cornelis Escher, che da Ravello trasse ispirazione per la sua arte durante il suo lungo soggiorno. L’importante intervento di restauro, in uno con la costruzione della scala, è stato realizzato con fondi Arcus e inaugurato il 24 aprile 2015.

Da simbolo nobiliare a simbolo culturale
L’imponente struttura, simbolo della potenza e dell’opulenza dei suoi nobili proprietari, fino ad oggi, è stata conosciuta solo per la sua maestosa presenza esteriore. Dopo otto secoli si svela al pubblico in tutta la sua grandezza. Dal 1 aprile 2017, attraverso la scala costruita in acciaio e vetro – unica nel suo genere – i visitatori possono finalmente visitarla e raggiungerne la sommità, ad un’altezza di circa trenta metri, accedendo così ad un belvedere unico e inedito sul centro storico di Ravello e sulla Costiera Amalfitana.

Come nasce il progetto
Il progetto nasce nel 2014 dall’idea di coniugare l’esigenza di nuovi spazi per realizzare un museo con la valorizzazione dell’esistente; nonché di dare sostanza alla forma, trasformando un valore simbolico, la Torre, in valore culturale ed economico. Un’idea che la Direzione di Villa Rufolo ha approfondito e definito con un progetto preliminare, tre progetti stralcio, una tesi di specializzazione, ricerche, studi mirati e articoli. Dall’idea dell’opera d’arte totale che fu propria di Richard Wagner, all’idea di un museo a metà fra il reale ed il virtuale che, in un’ascesa di pochi minuti, attraversa mille anni di storia e raggiunge il terrazzo più alto del centro storico di Ravello. Un’opera dall’alto valore intrinseco che accresce ancor più il valore dell’intero complesso. Un’opera, tassello del “Progetto Ravello”, non improvvisata ma studiata ed approfondita con l’aiuto di tecnici e maestranza che, prima ancora di realizzarla, hanno saputo cogliere l’essenza e lo spirito del “Klingsor zaubergarten”.

I numeri dell’opera
Al fine di permettere un’accurata ricostruzione degli spazi per l’esatto dimensionamento degli elementi del progetto, la Torre è stata analizzata e misurata facendo ricorso alle più moderne tecnologie ingegneristiche.
Per l’elaborazione virtuale del progetto e di tutti i suoi aspetti: architettonici, strutturali e della sicurezza sono state impiegate più di 1.000 ore di lavoro di modellazione tridimensionale con software dedicati; più di 20 modelli di studio digitali e di simulazione, una modellazione strutturale con oltre 2.000 elementi shell per un numero superiore a 20.000 equazioni di calcolo; 300 ore di modellazione in officina al computer per la sagomatura dei pezzi. 
Per la progettazione e la costruzione sono stati necessari 2 anni di lavoro: 4.000 ore di progettazione architettonica, strutturale, prospezioni geofisiche e geognostiche, analisi Geotecniche, analisi Sismiche; 400 giornate uomo di verifica e controllo sul cantiere; 300 ore di studio specialistico sulle nuove scoperte archeologiche durante i lavori in corso per: studio, rilievo, interpretazione, catalogazione di: 2 ambienti, circa 2.500 pezzi ritrovati, 451 reperti catalogati. Circa 1.000 azioni amministrative fra: delibere, determine, atti, documenti, mail, telefonate, riunioni, viaggi per complessive 2.500 ore/uomo.
La promenade verticale è formata da circa 100 gradini e da piani di sosta per una superficie di circa 120 mq. Il dislivello coperto è di 20 m. Per movimentare i 50.000 Kg di acciaio al carbonio alto spessore utilizzati per la costruzione della struttura è stata progettata e realizzata una “macchina” sollevatrice ad hoc da 2 t dotata di un braccio idraulico che ha permesso il posizionamento millimetrico ed in sicurezza di ogni singolo elemento. Per assemblare la scala sono state necessarie 2.000 ore di saldatura, tipo MIG (Metal-arc Inert Gas), con una procedura realizzativa a filo continuo “animato” in acciaio a sezione tubolare di 1.2 mm dalle performance notevolmente superiori ai sistemi comunemente utilizzati. La tecnologia di saldatura applicata è quella definita Multipass: ogni giunzione saldata ha previsto da 30 a 37 “passate”; per i soli gradini sono stati realizzate 194 giunzioni. Considerando i passaggi multipli, si sono raggiunti i 10.000 m di saldatura a filo continuo. Per realizzare le balaustre sono stati impiegati 110 mq di cristallo temperato stratificato. 60 mq di cristallo extrachiaro sono stati necessari invece, per garantire la completa fruizione del terrazzo. Per gli interventi di recupero e ripristino dell’intero paramento murario sono stati lavorati 7 t di cemento.