3 settembre – 31 ottobre 2016
Il progetto della mostra, curato da Massimo Bignardi e Pasquale Ruocco rende omaggio a distanza di un anno dalla scomparsa, ad un artista che è stato tra gli interpreti del dibattito artistico a Salerno sin dagli anni Settanta.
In esposizioni nelle sale di Villa Rufolo circa trenta opere, tra dipinti e disegni, tracciando un percorso di esperienze che dalle prime tele densamente cariche di un naturalismo lirico eseguite a metà degli anni Sessanta, giungono a quelle più recenti realizzate a Ravello, suo rifugio e dimora estiva. Una traccia che attraversa più momenti di una pittura la cui attenzione è rivolta, in particolare, agli oggetti, ai luoghi e alle figure di una narrazione autobiografica. Un percorso ben ricostruito nelle pagine del catalogo (pubblicato da Gutenberg Edizioni) che, oltre ai saggi storico critici di Massimo Bignardi, Ada Patrizia Fiorillo e Pasquale Ruocco, propone le testimonianze di amici che per decenni hanno condiviso con l’artista numerosi momenti di dibattito e di promozione della sua opera, tra questi Mario Carotenuto, Alfonso Andria, Roberto Barzanti, Giuseppe Blasi, Barbara Cussino, Erminia Pellecchia e Isaia Sales.
Paolo Signorino nel corso della sua esperienza si è mosso tra oggetti e paesaggi, tra memorie e immagini così come ricorda Massimo Bignardi, nel saggio al catalogo, intuendo «che la bottega dell’antiquario era il teatro della sua pittura: dapprima affollato luogo ove andava in scena la “baldanza” delle forme nei registri della memoria, anche con il loro reciproco contaminarsi, per la qualcosa una cornice s’infilava al braccio di una brocca o una lampada provava a duplicarsi nello specchio di un’anta, appena aperta, di un mobile vintage.[…] I colori accesi, ereditati dalla pittura fauve, campivano le sagome piatte con le quali Paolo organizzava la successione dei piani, togliendo man mano ogni effetto plastico alla forma, riducendo le ombre a sagome, così come lo erano gli oggetti. Esasperava il contrasto nel massimo della luminosità, riflettendo di fatti sul processo della fotografia». Per Pasquale Ruocco, coo-curatore della mostra, essa traccia «un percorso che lo ha portato ad interpretare il paesaggio come incontro tra uomo e natura, tra veduta urbana e ambiente domestico tra mania collezionistica e passione botanica, verso quell’orizzonte cioè di città, boulevards, spiagge, giardini, case, cortili, terrazze e interni borghesi, sulle cui consolle si trovano ammucchiate immagini che, nel loro aprirsi allo sguardo, assumono nell’immediato valore di memoria ammantandosi di nostalgia e snobismo per un mondo industriale e ipertecnologizzato. […] Un’aspirazione che troverà piena soddisfazione quando, dagli inizi degli anni Novanta, frequenterà con maggiore assiduità Ravello. Qui avrà modo, oltre che di partecipare alla mondanità cittadina, di perdersi sui passi dei grandi viaggiatori del Gran Tour, tra i giardini di Villa Rufolo e Villa Cimbrone, tra i limoneti e le viuzze che circondano, degradando verso Minori, Torello, la piccola frazione dove compra casa, restituendo sulla tela una realtà in bilico tra il sogno e la realtà, una natura, un paesaggio che non ammette imposizioni stilistiche»
La mostra è stata resa possibile grazie al sostegno della Cassa Rurale ed Artigiana BCC di Battipaglia e Montecorvino Rovella e di Sal DE RISO Costa d’Amalfi.
Paolo Signorino (Battipaglia, 1935 – Salerno 2015) Studia all’Istituto Magistrale e poi al Magistero di Salerno. Nei primi anni Sessanta frequenta l’atelier del maestro Domenico Spinosa a Napoli, infine il suo definitivo trasferimento a Salerno e l’amicizia con Mario Carotenuto. Con quest’ultimo sarà a Parigi nel febbraio del I967. Quando Signorino si trasferisce definitivamente a Salerno, dal 1964, ed orienta, con decisione, i suoi interessi per la pittura, la città è nel pieno di un processo di rinnovamento culturale. Signorino è un artista che, dagli anni Sessanta, è stato tra i protagonisti delle vicende culturali dell’intera area salernitana, con riscontri ed apprezzamenti in ambito nazionale e internazionale. La sua attività espositiva ha il suo vero inizio nel 1967 con la prima significativa personale tenuta ad Amalfi poi nel 1969 con quella organizzata dalla Galleria “Il Catalogo” di Salerno e più tardi con la personale ospitata dalla Galleria “Guidi” di Genova. Della stesso anno è la mostra al Palazzo Comunale di Battipaglia presentata da Mario Napoli e poi a palazzo Sant’Agostino a Salerno nel 1971. Del 1974 è la personale alla Galleria “Diarcon” di Milano e, nel 1976, è invitato col “Gruppo 8 marzo” alla mostra “Ambiente come sociale”, tenutasi nell’ambito della 37a Biennale di Venezia. Del 1977 è la personale alla Galleria “Taide” di Salerno, presentata da Filiberto Menna, mentre nel 1980 è quella dal tiolo “Foto/grafi di Proust”, tenutasi presso la Galleria “La Bottegaccia” di Salerno, successivamente riproposta dall’Istituto Culturale Francese, in altre città italiane, quali Milano, Napoli, Firenze, Roma, Trento e Bolzano. Del 1985 è la mostra allestita nel Salone dei Marmi del Comune di Salerno presentata da Michele Prisco; del 1989 quella al Museo di Milano, mentre del 1990 quella dedicata ai suoi disegni allestita presso il Museo Archeologico Nazionale di Paestum. Del 1995 è la mostra “Ravello, il viaggio” presentata da Ada Patrizia Fiorillo e Luciano Vecchi; del 1998 è la mostra “Quinze portraits des nos litteratures”, allestita presso il parlamento Europeo di Strasburgo. Numerosi saranno i viaggi a partire dalla metà degli anni Cinquanta; a Venezia ove visiterà la Biennale, poi tra il 1959 e il 1960 a Parigi, ove farà ritorno nel 1967 e nel 1978 per la mostra di Cézanne visitando altri centri al Nord della Francia. Del 1976 e successivamente nel 1978 in Turchia, in compagnia di Peppe Barra, nel 1984 a Vienna, nell’agosto del 1986 a Madrid. Tra il 1988 e il 1990 sarà a Londra, nuovamente in Francia e poi ad Amsterdam per la grande antologica dedicata a Van Gogh; nel 1991 in Marocco, nel 1992 tornerà in Olanda, nel 1996 a Praga, mentre nel corso del 1998 visiterà Strasburgo, Lussemburgo e Colmar. Del 2000 è il viaggio a Parigi e in Bretagna; del 2004 a Cuba, poi nuovamente a Londra nel 2006. Nel 2008 viaggerà tra gli Stat Unit e il Canada, l’anno successivo a Capoverde, infine a Berlino nel 2011.Tra le mostre realizzate dopo il Duemila figurano: “Erbario”, tenuta nel 2005 alla Galleria “Il Catalogo” e all’Istituto Italiano di Cultura di Londra, del 2006, anno nel quale la Provincia di Salerno gli dedica una mostra antologica, curata da Massimo Bignardi con l’introduzione al catalogo di Raffele De Grada, ospitata a Palazzo Sant’Agostino. Del 2011 è l’invito alla mostra “Lo stato dell’arte – Campania”, Padiglione Italiano, 54a Biennale di Venezia, allestita nell’ex Tabacchificio Centola di Pontecagnano, mentre del 2012 è la personale “Rosa Rosae 1972-2002”, organizzata dall’Archivio Ravello Arte Contemporanea, con testo in catalogo di Stefania Zuliani; del 2013 è la mostra “Paolo Signorino, per Europa”, tenutasi presso la Pinacoteca Provinciale di Salerno.
Orari della mostra:
Tutti i giorni 10.00 – 13.00; 14.30 – 20.00
Ufficio stampa: Ciro Manzolillo